OTTORENATO
Giretto alla domenica
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Inserito il - 27/10/2008 : 09:27:11
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Grazie ragazzi ..dai che il prossimo anno siete tutti invitati per il Bis..!! Foto..!! http://picasaweb.google.com/ottorenato/30PASSI21ORESVAVALVOLATI#
30 PASSI 2008
I “numeri” dell’evento: 13 partecipanti su 13 moto, 12 all’arrivo, 31 passi alpini per 1030 km totali. Ci troviamo un po’ prima delle 23,00 del 13 giugno al distributore Q8 di S. Zenone degli Ezzelini per rifornimento, compilazione modulo, definizione dei dettagli e un buon caffè. 13 moto per altrettanti motociclisti: le 2 BMW RT di Ottorenato e Chips, la mia Norge, la SV di Ralxephon, la Raptor di Ciottoli, la Tuono di Spalanca, 4 BMW GS, 2 Ducati Monster e un’Africa Twin. Sono stato indeciso fino all’ultimo tra la Norge e la Tuono ma visto il meteo abbastanza brutto e il mio raffreddore unito a mal di gola, alla fine ho optato per quella che protegge di più. Così ne ho approfittato per collaudare gli aggiornamenti fatti da MotorBike di Ercole nel tagliando di qualche giorno prima. Vengono distribuiti gli adesivi da apporre alle moto e alle 23,00 partiamo. Chips mi fa cenno di prendere la testa della comitiva e così si va. La notte è fresca, il traffico scarso e facciamo la Valsugana in un lampo. A Grigno prendiamo la strada che porta a Castel Tesino e, prima di arrivarci, troviamo il primo passo, passo Forcella (non riportato in programma, ma sempre passo è) alle 23,40, per cui la colonna di moto si ferma, ci si mette attorno alla tabella stradale con l’indicazione del passo e si fanno le foto di rito: questa procedura verrà ripetuta nelle ore successive per ogni passo, spesso senza neanche spegnere il motore. Nel buio pesto che ci circonda, l’unica cosa che si vedrà nelle foto sarà la tabella fosforescente, ma non importa, è quella che conta. Fatte le foto si riparte verso il passo successivo. Finora il tempo è stato clemente e le strade sono buone, a parte qualche rivoletto di acqua; facciamo tutti gli scongiuri che continui così. Dopo Castel Tesino la strada inizia a salire e quelli con i GS vanno avanti, grazie anche alla fanaleria supplementare di cui dispongono. A mezzanotte in punto arriviamo al passo Brocon, foto di gruppo e via verso il prossimo. La discesa verso Canal S. Bovo non è tra le più semplici, specie al buio, ma va tutto bene, nessuno resta indietro e, arrivati in fondo, facciamo i pochi chilometri che ci separano dal terzo passo, passo Gobbera, dove arriviamo alle 0,25. Rito fotografico e via verso Imer. Arrivati in paese non si vede più quello con l’Africa Twin. Da Imer a Fiera di Primiero e iniziamo la salita verso il Cereda: la strada è bagnata e comincio a pensare che gli scongiuri non sono stati sufficienti, però almeno non piove. Arriviamo a passo Cereda alle 0,50, foto di rito e via; appena oltrepassato il passo, una volpe mi attraversa la strada e resta lungo la strada per un pò: che bell’incontro. La discesa verso Agordo, oltre che pessima come al solito, è complicata dall’asfalto bagnato; per fortuna presso Gosaldo la strada è asciutta e si può continuare la discesa ad un’andatura un pò più svelta. Arrivati qua non ci sono più i due piemontesi con le Ducati. Arriviamo in fondo valle e giriamo a destra verso passo Duran; il buon Chips decide di sgranchire i cv della RT e va su a cannone mentre il gruppo segue la mia andatura. Alle 1,30 siamo a passo Duran, rito fotografico, e via di corsa verso il prossimo; durante la discesa un capriolo mi attraversa la strada. A Zoldo Alto primo rifornimento e raggruppamento della comitiva. Quindi si riparte e arriviamo a passo Staulanza alle 2,05. Mi rendo conto che, nonostante il buio, teniamo una media di tutto rispetto, merito anche dell’assenza totale di traffico: l’ultima auto l’abbiamo trovata in Valsugana quasi 3 ore prima. Rito fotografico e giù verso Colle S. Lucia, da dove iniziamo a salire verso il Giau. Arriviamo a passo Giau alle 2,25 e fa un freddo cane (-1°C): tiro fuori dal bauletto sottocasco e guanti invernali e benedico il fatto di avere messo le imbottiture sia alla giacca che ai pantaloni. Questi passi di notte hanno un loro fascino arcano, ingigantito dal fatto di essere in moto e che è buio pesto, perché il cielo è nuvoloso. Foto di rito e giù verso Pocol; durante la discesa un capriolo fa la sua comparsa a lato della strada e subito si ributta nella vegetazione. Arrivati a Pocol giriamo a sx e saliamo verso il passo Falzarego, dove arriviamo alle 2,50. Foto di gruppo e su verso il passo di Valparola, distante solo 2 km; qui non scendo neanche dalla moto, aspetto con il motore acceso che facciano le moto e riprendiamo la discesa verso la Val Badia. Il freddo è sempre forte, devo tenere aperta la visiera perché mi si appannano gli occhiali e l’aria gelida sulla faccia per ore di fila mi ha congelato il naso per cui, grazie al raffreddore, faccio fatica a respirare. Inoltre i continui sali e scendi in certi casi mi fanno male le orecchie e ondate di mal di testa vanno e vengono. Arriviamo a La Villa, giriamo verso Corvara e da li saliamo al passo Gardena, dove arriviamo alle 3,20, infreddoliti di brutto. Decidiamo che al prossimo facciamo una tappa per ristorarci un pò. Scendiamo dal Gardena e saliamo al Passo Sella, dove arriviamo alle 3,45 e oltre alle foto di rito facciamo un veloce spuntino con quello che ci siamo portati dietro, alla luce dei fari. Anche qui freddo cane (per la stagione): 0°C, ma il morale è alle stelle e sembriamo un gruppo di comari in trasferta. Terminato lo spuntino, veloce discesa e risalita al passo Pordoi, dove arriviamo alle 4,05 con il freddo che continua a tormentarci e a costringermi a tenere la visiera aperta, tanto che ormai ho la faccia mezza congestionata e sono quasi senza voce. Rito fotografico e scendiamo dal Pordoi tutto asfaltato di fresco (merito del giro d’Italia), giungiamo ad Arabba e da qui giriamo a sx verso il passo Campolongo, dove arriviamo alle 4,20 che comincia ad albeggiare. Scendiamo di nuovo verso la Val Badia; arrivati a Corvara decido che è meglio fermarsi a far rifornimento, anche perché fino a Bressanone non ci sono più distributori. Finchè siamo fermi al distributore passa la prima auto della giornata: sono 5 ore che non ne vediamo. Scendiamo la valle e poi giriamo a sx per Antermoia e saliamo, finalmente con la luce del sole, su una splendida stradina fino al passo delle Erbe; lungo la strada una capriola con il piccolo mi attraversano la strada con aria quasi tranquilla. Qui arrivati alle 5,15, facciamo una sosta leggermente più lunga del solito: lo spuntar del sole, le splendide montagne sopra il passo ci fanno prendere un attimo di relax. Il tempo non è male, le strade sono sempre pulitissime ma il freddo è sempre intenso: che razza di stagione. Continuiamo la strada verso Bressanone e passiamo senza rendercene conto (solo più tardi ce ne accorgeremo) attraverso il passo Eores, che non è indicato da nessuna tabella stradale. Facciamo la splendida strada che ci porta a Bressanone, attraversiamo il centro ancora tutto addormentato, e prendiamo la vecchia statale del Brennero, direzione Vipiteno, dove arriviamo alle 6,10, troppo presto per trovare un bar aperto. Ci dirigiamo verso il passo Giovo, dove arriviamo alle 6,30 e dove tira un vento freddissimo. Ne fa le spese Ottorenato che, arrivando per primo, non si accorge che il “solito” rivoletto di acqua che attraversa la strada è invece una striscia di ghiaccio, per cui vi arriva sopra bel bello per posizionarsi davanti al cartello e si trova invece a fare pattinaggio con la BMW appoggiata su un fianco e lui attaccato dietro. Chips, che è subito dopo di lui, riesce a sventare l’insidia buttandosi a sx, scende e ci fa segno del pericolo a me e a Spalanca che stavamo arrivando a cannone. Capito al volo di cosa si trattava (vista anche la moto di Ottorenato a terra), ci buttiamo tutti a sx e ce la caviamo bene. Per fortuna a Ottorenato è andata bene: lui non si è fatto nulla e la moto, a parte il bauletto strisciato e i paratesta rovinato, è a posto. Sghignazziamo a sentire come sono andati i fatti e poi, visto che il bar del passo è chiuso e il freddo che fa, decidiamo di scendere subito a S. Leonardo in Passiria e di trovare un bar. Scendiamo in velocità fino al paese e al primo bar aperto ci fondiamo dentro come fulmini. Cappuccini bollenti e il riscaldamento in funzione ci rimettono in sesto e dopo una pausa di circa 1/2 ora siamo pronti a riprendere l’avventura. Nel frattempo ci ha raggiunto il gruppetto dei GS. Rifornimento al primo distributore aperto e ad andatura tranquilla ci dirigiamo verso Merano e, da qui alla Val Venosta e quindi allo Stelvio. Il freddo, in fondovalle, da un po’ di tregua, ma riprenderà in modo deciso sul passo Stelvio, dove giungiamo alle 8,30; durante la salita disturbiamo delle placide marmotte, una, addirittura, al mio passaggio cade dal muro dove stava dormendo e quasi finisce sotto le ruote di quello che mi segue, altre ci guardano con aria un po’ meravigliata tipo “ma che ci fanno questi a quest’ora e con questo tempo?” In cima al passo, oltre che freddo, vien giù qualche favilla per cui prendiamo la discesa verso la 4° cantoniera e la frontiera Svizzera. Attraversiamo la frontiera con i doganieri che manco si son fatti vedere, passiamo per passo d’Umbrail (anche questo non previsto) alle ore 9,20 e scendiamo verso Val Munstair (Monastero); la strada è per circa 5/6 km sterrata, ma l’assenza di traffico e il fondo discreto ci consentono di procedere bene. A Santa Maria in Munstair altra tappa al bar per riprendersi dal gelo dello Stelvio e dell’Umbrail; nel frattempo ci raggiunge il gruppetto dei GS. Il morale è molto alto: siamo vispi più che mai. La notte in bianco si fa un po’ sentire e la guida è relativamente tranquilla, anche in ossequio ai limiti svizzeri e alla polizia elvetica, nota per la mano presante. Riprendiamo la strada e arriviamo al Fuorn Pass alle 10,25. Il tempo regge sempre, alternando nuvole e vento a un sole tiepido, probabilmente grazie a 13 disperati che fanno continui scongiuri. Arrivati a Zermen, giriamo a sx direzione St. Moritz, quindi, più a valle, ancora a sx direzione Bernina. Arriviamo al passo Bernina alle 11,20, sempre infreddoliti e con una notevole fame: a Livigno si impone una sosta tecnica. Scendiamo dal Bernina e giriamo a sx per Livigno, passiamo per il passo Forcola di Livigno alle 11,35 e quindi arriviamo a Livigno e facciamo rifornimento. Io spero che Chips, che ci guida dentro Livigno, si fermi ad un bar o a un ristorante: macchè, dopo aver girato di qua e di la ci fermiamo alle 12,00 a dei tavoli da pic-nic dove mangiamo quello che ci siamo portati dietro. Reclamo e ci mettiamo d’accordo per prendere almeno un caffè: niente da fare, sembra che non ci siano bar che rientrino nei parametri richiesti (chissà quali sono). Ci rassegniamo e prendiamo la strada per Bormio, passiamo per passo d’Eira (ore 12,40) e quindi per il passo del Foscagno (ore 12,50), dove un doganiere con l’aria scazzata ci fa cenno di proseguire. Facciamo la lunga discesa fino a Bormio e da qui andiamo vero il bellissimo Gavia e la sua stradetta adatta per i deboli di cuore. Arriviamo a passo Gavia alle 13,50; c’è ancora molta neve e il laghetto è tutto ghiacciato. Troviamo anche un raduno si scooteristi; uno degli organizzatori si avvicina a Chips e gli chiede se facciamo parte del forum X; la risposta è ovviamente negativa, siamo del Pompone gli risponde; allora questo dice “fate parte di quel gruppo che parte alle 5 di mattina e fa ben 8/10 passi in un giorno?”. La risposta lo manda KO “si, ma in questo caso si tratta di 30 passi in 24 ore”. Facciamo l’impegnativa discesa fino a Ponte di Legno, per fortuna gli scooteristi erano ancora tutti in cima, altrimenti non si arrivava più. Arriviamo a Ponte di Legno e da qui saliamo al Tonale, dove arriviamo alle 14,25 con il tempo che minaccia acqua. Foto di rito e via di corsa. Una pioggia leggera disturba i primi km di discesa, ma poi a Vermiglio smette e si può andare più spediti. Arrivati a Malè prendiamo per passo della Mendola; a questo punto manca all’appello Ciottoli; un sms ci permette di rintracciarlo e dopo 10 minuti arriva. Saliamo alla Mendola, dove arriviamo alle 15,50 e da dove quasi subito scendiamo verso Bolzano. In queste zona il traffico è abbastanza intenso ma non crea problemi. Discesa fino a Caldano, quindi Ora e infine Cavalese. Qui, ad un distributore, facciamo il punto della situazione: mancano 4 passi per fare i 30 (invece saranno 31), per cui gambe in spalla e via di corsa. Il tempo regge ma Ottorenato dice che secondo le sue sensazioni di li a poco pioverà: a questo punto qualcuno si mette su la tuta da pioggia e farà la sauna fino a San Liberale. Saliamo a spron battuto il passo di Lavazzè, dove arriviamo alle 17,00; quindi scendiamo a palla fino a Nova Levante, passiamo per il lago di Carezza e ci fondiamo al Passo di Costalunga, dove arriviamo alle 17,30. Scendiamo giù in Val di Fiemme fino a Moena e da qui saliamo al Passo San Pellegrino dove giungiamo alle 18,00 dandoci dentro per bene: sentiamo l’aria di casa e non vediamo l’ora di finirla. Giù per le erte del San Pellegrino, ci inerpichiamo poi su per il Valles che sembriamo alla prese con una gara in salita. Arriviamo a passo Valles alle 18,15, foto e giù in scioltezza fino in valle per poi risalire fino a Passo Rolle, il 31° della giornata, dove arriviamo alle 18,30, anche qui con andatura da gp. Telefoniamo al Mr per avvisarlo del nostro arrivo, ma quasi non ci crede. Quindi giù a San Martino di Castrozza, Feltre, dx Piave e infine San Liberale. Alle 19,50 spegniamo i motori davanti al motoristorante stanchi ma soddisfattissimi. Foto di gruppo, scoppiati ma felici.
http://pompone.eu/viewtopic.php?f=6&t=6957&sid=94e9177bcb603067bd5c24c8d98f25e8 |
HELLO TO ALL THE "REAL" MOTORIDERS. WE ARE ALREADY IN THE FUTURE...
( SVALVOLATO ON THE ROAD )
Le mie Foto...... http://picasaweb.google.com/ottorenato
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