L’Appennino
Ligure – Piemontese
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Dedico questo primo itinerario ad uno dei luoghi a me più cari, ad un passaggio motociclistico non troppo impegnativo ma che racchiude in circa 150 km. una varietà di scenari impressionante. Il mio punto di partenza è Genova, città nella quale vivo e lavoro. Seguendo dal centro cittadino le indicazioni per il Passo dei Giovi, vera e propria porta fin dall’antichità per gli scambi commerciali tra Liguria e Lombardia, si giunge alla periferia settentrionale della città e, per la precisione, nella circoscrizione di Pontedecimo. A questo punto si abbandona la città e cominciamo ad immergerci nel primo, lussureggiante verde dell’Appennino Ligure. Da Pontedecimo appunto, si segue la strada per Campomorone – Isoverde e quindi per i “Piani di Praglia”. Si tratta di un delizioso altopiano, famoso luogo di ritrovo, per le gite domenicali, delle famiglie genovesi.La strada per giungervi e ricca di curve e tornanti a salire, pulita ed in ordine. Ai “Piani” esiste un piccolo rifugio in cui è possibile rifocillarsi, sostando come prima tappa. Siamo a circa 20 km. dal punto di partenza del centro cittadino. Non rimane ora che seguire la strada. Si restringe, è vero, ma non conosce un traffico intenso ed offre emozioni alla vista , e di guida, uniche. E’ il punto in cui il confine con il Piemonte è più vicino al mare. Alcune curve e d infatti entriamo nella regione Piemonte ed in uno dei suoi parchi. Inutile parlare della flora particolarmente rigogliosa. Siamo a 1000 metri e pinete e querceti ci affiancano. A circa 30 km. dalla partenza siamo in un luogo denominato “Capanne di Marcarolo” (non chiedetemi l’etimologia del nome!). Una chiesa ed alcune case e poi un panorama che, in giornate particolarmente terse spazia dal Mediterraneo alle Alpi a corona della Pianura Padana! Non si incontrano altri centri o case isolate per circa 20 km. oltre se non le rovine dell’antico monastero della Benedica, tristemente famoso durante la Seconda Guerra Mondiale per un eccidio di partigiano perpetrato dai nazi-fascisti. Sorprendentemente lo scenario cambia ancora ed in maniera repentina, unica. Si passa infatti a percorrere una zona particolarmente brulla, aspra, un canyon con la strada a strapiombo su un piccolo ruscello. Siamo solo noi. Silenzio rotto dal nostro boxer che chiede ancora strada. Arrivati alfine ad un bivio (Bisio – Voltaggio) scegliamo quest’ultimo. Delizioso paesino sorge alle falde appenniniche prima della grande pianura. A questo punto non si ha che l’imbarazzo della scelta. Ed è questo il bello,no? Si può proseguire verso l’abitato di Gavi, rinomato per il suo vino bianco, oppure possiamo rientrare verso il capoluogo ligure attraverso due differenti passi. La “Bocchetta” o la “Castagnola”. Prediligo quest’ultima, forse un po’ più impegnativa. Assolutamente sconsigliata in inverno per la rigidità del clima. La Castagnola sbuca sulla già citata strada del Passo dei Giovi. A questo punto non ci resta, dal paese di Borgo Fornari, che seguire le indicazioni per Genova che dista circa 40 km. Di curve e tornanti, ovviamente! Fabrizio
Falzoi |
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