Monti Sibillini 8 – 9 settembre 2001 di Davide e Simonetta De Lorenzi
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Guardo il programma dei miei impegni lavorativi e mi accorgo con sgomento l’8 ed il 9 settembre rappresentano il mio ultimo week-end libero da impegni di lavoro-congressi-riunioni-turni per un bel pò di tempo. In breve tempo prendo la decisione di passare questi due giorni a cavallo della moto in compagnia di Simonetta. Organizziamo la “fuga” e decidiamo che la meta saranno i Monti Sibillini, massiccio montuoso dell’Italia Centrale che si sviluppa nel punto di unione fra Marche, Umbria e Lazio. Decido di arrivare in loco passando da Città di Castello, Perugia, Foligno e quindi Norcia. Tutto il primo tratto di strada, fino ad Assisi, segue il percorso della superstrada E 45 Cesena-Roma. Pur essendo un percorso stradale fortemente trafficato, permette di passare attraverso belle zone di alta collina ed impressionanti cavalcavia nella zona di Verghereto ed Alfero, dove la Romagna diventa Toscana. Norcia è uno splendido, piccolo paese ai piedi dei Sibillini, con una meravigliosa piazza centrale (FOTO 1) piena di importanti monumenti storici e caratteristici negozi che offrono singolari prodotti di “norcineria”, appunto (FOTO 2). Da qui, l’itinerario seguito ricalcherà il più possibile quello descritto in un articolo di Airone di Aprile 1983 (essì, sono così vecchio da avere tutta la collezione di Airone dal primo numero). Da Norcia, la strada si inerpica seguendo bellissimi tornanti, in direzione Castelluccio. Arrivati a circa 1000 metri di altitudine, circondati da monti brulli e maestosi, la strada giunge ad una specie di valico ed inizia quindi a scendere verso il “ Pian Grande”: si tratta di un immenso altopiano che si estende per circa 1300 ettari per lo più destinati a pascolo (FOTO 3). La lunga stagione secca ha trasformato questa piana immensa in una specie di deserto di stoppie giallastre circondato da alture spoglie dalla cima rotondeggiante che danno al luogo un atmosfera del tutto particolare ed estremamente esotica (FOTO 4). Il piano è spaccato in due da una lunga strada perfettamente rettilinea (FOTO 5) che ricorda le infinite strade di certi deserti americani. Da qui si procede in direzione nord toccando i piccoli centri di Gualdo, Castelsantangelo sul Nera, Visso ed Ussita. La strada è quantomai varia con salite e discese, curve e tornanti in un rapido susseguirsi di paesaggi boschivi davvero selvaggi. Assicuratevi di avere il serbatoio pieno uscendo da Norcia, perchè fino a Visso non si trovano distributori di carburante. Dopo una breve sosta nella vivace cittadina di Visso (FOTO 6), continuiamo il nostro percorso sempre seguendo l’itinerario proposto da Airone, ma una bella sorpresa ci attende. Da Ussita, la strada taglia di traverso il gruppo montuoso verso il piccolo centro di Bolognola passando da Casali. Fatico non poco per trovare l’indicazione per questo ultimo borgo ma alla fine imbocco la stradella che, dopo circa 4 chilometri, finisce contro una piccola pensione. Mentre siamo fermi sulla moto a ragionare sulla cartina, un “indigeno” del posto si avvicina e, in perfetta cadenza marchigiana, ci dice che, per arrivare a Bolognola bisogna “ andare in sopra alla muntagna ( circa 12 km di strada bianca “non brutta”); al cascinale sulla vetta pieghi a destra e poi vai per prati ( circa 4 km di strada “ non bella”)”. Un pochino perplesso, domando se è una strada fattibile in moto e lui, guardando la G/S, dice “bisogna essere un pò sportivi, ma questa qui nun cià mica paura...” Alla fine decidiamo di tentare, anche se il sole sta scendendo rapidamente verso l’orizzonte (FOTO 7). Il primo tratto di strada fino al cascinale, un ricovero per pecore, è effettivamente di strada bianca ricoperta da uno sbrecciato fine che consente una andatura di 40 km/ora ma che non concede distrazioni per i numerosi tornanti ed, a tratti, la forte pendenza. Dal cascinale in poi, la “ strada” si fa davvero impegnativa e mette a dura prova la moto, le braccia ed il sangue freddo del pilota (FOTO 8); il percorso risulta essere non di 4 ma di 14 km ed è formato da uno stretto viottolo con tratti in forte pendenza sia in salita che discesa, fondo stradale irregolare a volte formato da ciottoli grossi come un pugno, a volte da massi affioranti da terra battuta ed a volte da lunghe e profonde crepe che attraversano tutto il sentiero e, quindi, non evitabili. Il tutto in un paesaggio assolutamente lunare, desolato, maestoso e decisamente inquietante anche in ragione del fatto che oramai solo il faro anteriore della moto illumina questa delizia di stradella. Nonostante il sottile senso di angoscia che ci ha accompagnati per i circa 40 minuti della “traversata” devo dire che questo tratto del percorso, da solo, vale il viaggio. E’ buio pesto quando, finalmente, i Metzeler riprendono a mordere l’asfalto di una strada urbana. Nel frattempo si è alzato un vento a raffiche a tratti furioso che ci porta a trovare quanto prima “ rifugio” per la notte. Ci fermiamo a Sarnano, centro termale che conserva un centro storico medioevale pressochè intatto. Al mattino, con ancora negli occhi e nelle braccia il ricordo della strada percorsa la sera precedente, riprendiamo il giro dirigendoci a sud toccando le cittadine di Amandola, Montefortino e Montemonaco. Da quest’ultimo paese, risalendo per 5 km una sterrata che ci porta in breve a circa 1500 msm si arriva al “Rifugio Sibilla” dal quale si gode dello spettacolo mozzafiato dato dal panorama della vallata e degli alti monti circostanti (FOTO 9, FOTO 10). Con questo ultimo spettacolo, si conclude il nostro giro ( in tutto 740 km) dei Sibillini: la strada del ritorno ci porta a pranzare sulla riva del mare a Porto S. Elpidio (FOTO 11) e da qui tutta autostrada, con pioggia torrenziale da Falconara a Rimini sud... Non si finirà mai di benedire le tute da acqua.
Davide De Lorenzi
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