Curriculum motae di Davide De Lorenzi
La mia prima moto ( se moto si può chiamare) è stato un Velosolex acquistato da un vecchio meccanico a 14 anni appena compiuti per la astronomica cifra di L.5000 ( era il 1976). Ci salgo, pedalo ed abbasso il blocco motore fino a fare toccare il rullo di gomma sulla ruota anteriore... La sensazione di onnipotenza che provai in quel momento la ricordo ancora adesso, così come ben ricordo le mostruose cadute che ho fatto, curvando ed inclinando appena un pò di più quel trabiccolo assolutamente ingovernabile. Spinti da pietà i miei genitori mi regalarono un Boxer Piaggio rosso, con la sella lunga e ribaltabile; sotto quella sella ci facevo stare di tutto: panini, mezzo litro di miscela (non si sa mai...), una bottiglietta di gazzosa, qualche chiave inglese e cacciaviti vari. Così attrezzato, partivo al mattino e tornavo la sera dopo avere esplorato le strade che andavano dagli Appennini al mare, mangiando il panino al sapore di benzina seduto sulla pedanina del Boxer, bevendo la gazzosa tenendola con la sinistra e smanettando con la destra sulla manopola dell’acceleratore. A 18 anni ho ricevuto la moto che mi ha davvero accompagnato per migliaia di chilometri: un PX 150 Piaggio nuovo di fiamma. La stratosferica velocità massima di 90 Km/h e la possibilità di viaggiare in autostrada mi hanno davvero permesso di fare mototurismo divertendomi come mai prima nella vita. Chi non ha mai provato, non può nemmeno immaginare la quantità di roba che può stare sui due portapacchi di un PX. Sta di fatto che, carica come uno yak, questo PX mi ha portato per 89.000 chilometri, dalla Normandia alla Costa Brava, dalla Camargue alla Sicilia. 89.000 chilometri e mai nessun problema. Ho ancora la mia Vespa in garage, riverniciata e restaurata in tutto e per tutto, oliata e protetta da un telo contro la polvere e l’umidità. Sembra ancora nuova nonostante i quasi 90.000 chilometri. Ricordo benissimo, in quel periodo vespistico, un ragazzo che abitava nella mia stessa strada. Si chiama Andrea. Fermo davanti al cancello di casa seduto sulla Vespa a chiacchierare con i miei amici lo vedevo uscire da casa sua su una moto grande, bianca ma con la sella arancione, rumorosa e strana per il motore che sembrava sfiorare l’asfalto. La moto ci sfilava di fianco di corsa e spariva in un attimo seguita da varie coppie di occhi curiosi. Dopo questi quasi 90000km di Vespa ho un pò abbandonato la moto, pur continuando a girare moltissimo sia in camper che in barca. Devo però dire che ho sempre guardato con invidia, durante i miei viaggi stradali quei motociclisti che, da soli o in gruppo, mi superavano sulla strada di Capo Nord o nelle alture del Connemara. Poi, l’estate scorsa, mio cognato mi ha prestato per un mese la sua moto, una Yamaha XT 500, bellissima, rimessa a nuovo con cura e passione maniacali. In pratica vivo per un mese sulla moto, pensando al tempo perso seduto dentro ad un camper. Quando la moto ritorna dal padrone, mi metto immediatamente alla ricerca di una enduro come quella. Difficile da trovare in buone condizioni. Gironzolando fra i concessionari per svariati mesi, arrivo a Rimini ed ovviamente la Yamaha non c’è. Giro fra le moto in esposizione e mi blocco davanti ad una moto grande, bianca con una improbabile sella arancione, due bauloni neri ed un blocco motore grosso come un monolito di Stonehenge. Ci faccio un giro attorno, passo una mano sul serbatoio che sembra la schiena di un delfino e mentre il concessionario mi dice “ Sa, è la prima serie, la più ricercata. La vuole provare?” qualcosa scatta dentro... “ No, non importa, me la incarti” gli dico sorridendo. Dopo 6 giorni imbocco l’autostrada da Rimini a Forlì e mi aggrappo letteralmente al manubrio dell’R80 G/S mentre tiro la moto a 160 km/ora. Sembra fatta su misura. Potente e misurata. Leggera e stabilissima. In 3 mesi ho fatto quasi 7000 km di ogni tipo di strada percorribile: dall’asfalto alla sabbia, dai campi di terra battuta ai sentieri di montagna. Ho già comperato tutto nuovo: coprisella, adesivi, parti gommate, marmitta. Appena si fa davvero freddo la porto dal meccanico ( un pazzo che come passatempo rimette a posto le BMW) e la smonto fino all’ultimo pezzo, la rivernicio e la rifaccio davvero nuova. Una piccola curiosità: sfoglio il libretto di circolazione per vedere se davvero la moto aveva avuto un solo proprietario, come dichiarato dal concessionario. Era vero, un solo proprietario. Di nome Andrea. Di Forlì. Ed ovviamente abitava nella mia stessa strada... ..... Davide De Lorenzi ....
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