Curriculum motae di SILVIA VANDINI – BMW R65/3 – BOLOGNA                                                                         8.10.01 

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Mio padre comprò la sua prima motocicletta quando io avevo 2 anni. Della Scrambler 250 ho solo un ricordo e cioè che la fece verniciare da gialla a bianca. Quando comprò la seconda (Guzzi V35) ero già abbastanza grandina (8 anni) per poterci fare qualche giretto. Mi ricordo che mi ungevo le mani perché mi tenevo stretta ai fili del manubrio. Non mi hanno mai fatto paura le moto e in questo modo ho trascorso molto tempo con mio padre.

Poi sono cresciuta, a 17 anni invece di guardare i 125 sbavavo alla vista di VFR 750F, CBR 600 e 1000, Transalp e le BMW serie K (i boxer mi facevano inorridire, con quel loro modo di essere scomposte). Sul diario di scuola invece che foto di attori avevo quelle delle moto e del mio pilota preferito (Luca Cadalora).

Intanto iniziai a menarla al babbo perché volevo fare dei giri più lunghi, da stare via la notte e in questo modo iniziò la mia carriera di mototurista. Lui mi ha fatto vedere in che modo vanno in giro con i suoi amici (bmwisti, guarda il caso): si parte la mattina con un itinerario e si dorme dove si trova. Per me, che ero nuova a questo genere di esperienze, fu entusiasmante.

Passò un altro pò di tempo e misi su il fidanzo. Questi aveva la moto (una Honda XL500R indistruttibile) e per due anni mi ciò mi bastò poi iniziai a sentire che c’era qualcosa che mancava, ero incompleta. Quando gli dissi che mi volevo comprare una motocicletta a lui un pò dispiaceva non tenermi più per mano mentre andavamo al mare ma è stato comprensivo.

Correva l’anno domini 1994 e alla “tenera” età di 22 anni una Cagiva SST 250 bianca del 1983 da £ 350.000 + passaggio di proprietà (£ 660.000!!!) me la potevo permettere senza dare ascolto alla mamma, che mi diceva che avevo il motorino e la macchina quindi non ero a piedi. Palle: senza moto ero dimezzata. Le prime ferie sono state bellissime, all’Elba, DESTINAZIONE PARADISO. Le seconde un vero battesimo: Vienna, Mauthausen, Salisburgo, Chiemsee, Monaco, Norimberga, Neuschwanstein. E Corser, nonostante l’età, il tragitto e l’acqua presa in abbondanza, non ha fatto una grinza: spedavellavo e si accendeva. Un gran ferro. In poco più di due anni ci ho percorso 23000 km.

Poi ha iniziato a non bastarmi più ed è arrivata Penelope, la mia prima (e fino ad ora unica) moto nuova, un Cagiva River 600 rossa. Con lei ho fatto il mio primo Elefantentreffen. Solo che dopo due notti a –20 gradi chissà perché la batteria si scaricava… Ma a parte questo (e un consumo anomalo di fili della frizione) con lei sono stata bene. Sapevo che quel tipo di moto aveva dei problemi così appena vedevo qualcuno con un River, un Canyon o un W16 mi fiondavo a chiedergli se e che tipo di problemi avesse avuto. Mi ritengo fortunata perché tutti gli altri avevano avuto grossi problemi col motorino dell’avviamento. Durante le terze ferie il diametro di sterzo di Penelope mi ha agevolata nel percorrere i passi altoatesini, con tutti quei tornanti e il traffico di Ferragosto. Grazie Penelope.

Dopo altri due anni invece colpo di fulmine: Priscilla, il mio amore. Quando ci sono sopra e osservo i due cilindri sfalsati, i carburatori Bing, i blocchetti di comando colorati, le teste rotonde, il simbolo bianco e blu sul serbatoio, tutte quelle istruzioni in tedesco e quando sento la coppia di rovesciamento mi commuovo. Tutti mi chiedono come faccio a guidarla e io rispondo: - Forza di volontà. Voglio dunque posso.-. Tutti mi dicono che è troppo grande e io: - Questa non è una motocicletta grande ma una grande motocicletta.-. Senza contare che anche lei mi vuole bene: mi scalda i piedi (anche d’estate…), mi scalda le mani (che benedizione andare all’Elefantentreffen con lei), quando cade si appoggia sul paracilindri e sulle borse quindi non si fa niente, il meccanico è un mio caro amico e mi ha insegnato a farle i tagliandi, quindi la curo io. È bellissimo avere le mani sporche del suo olio per rimetterla in sesto. Sembra che stia scrivendo di un uomo ma in realtà scrivo della mia BMW R65 del 1989. Tutti mi dicono che è vecchia e dovrei cambiarla ma la BMW non fa più R65/3 quindi non saprei cosa comprare.

Ogni tanto ha qualche problema ma separarmene è impensabile. Con lei ho girato tantissimo, l’ho portata in terre dove la moto la fa da padrone (Isola di Man) ma anche dove un boxer del 1989 non è un pezzo d’antiquariato ma l’avanguardia (Romania). Il mio sogno è quello di farci il giro del mondo, passando per lo stretto di Bering. Sognamo pure.      (tatuaggio che ho sulla schiena… ->)

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